Come accordare i bordoni della cornamusa scozzese
Abbiamo già parlato in alcuni articoli precedenti di come scegliere le ance per i bordoni più adatte a noi, così come abbiamo già trattato la scala del chanter, sia scritta che d'effetto, e abbiamo visto come accordare il chanter.
Prima di procedere, voglio ricordare che i bordoni hanno la funzione di tenere una nota continua come accompagnamento alla melodia del chanter. Si tratta di una prassi compositiva chiamata appunto bordone, nota fin dall'antichità e di probabile origine mesopotamica ma diffusasi poi nei secoli in molti Paesi asiatici, africani e mediterranei. Per quanto riguarda la nostra Italia, a titolo d'esempio ci basti pensare che le launeddas sarde, o almeno degli strumenti musicali antichi del tutto simili a loro, presentavano un bordone già in epoca nuragica, come testimoniato dal celebre bronzetto di Ittiri oggi conservato al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Comunque, perlomeno stando a quanto si evince dall'iconografia oggi conosciuta riguardante i nostri strumenti, sembrerebbe proprio che la pratica del bordone sia stata adattata alle cornamuse in epoca più tarda, forse addirittura nel Medioevo
Ora, com'è noto la cornamusa scozzese ha tre bordoni, per l'esattezza due tenori, accordati un'ottava sotto il Low A del chanter, e un basso, accordato invece due ottave sotto il Low A, in questo modo:
Per imparare ad accordare correttamente questi tre bordoni è fondamentale ricordare anzitutto che la base di una buona accordatura è data dalla stabilità della pressione dell'aria che arriva alle ance, e quindi da un ottimo controllo della tecnica della respirazione, in inglese nota come steady blowing. Una definizione che letteralmente significa "soffio stabile, costante". C'è poco da fare: a ogni sbalzo di pressione corrisponde uno sbalzo di intonazione, quindi se non imparate a controllare la respirazione potete tentare in tutti i modi di accordare il vostro strumento ma quando suonerete la cornamusa risulterà sempre scordata, per via degli sbalzi di pressione a cui sottoporrete le ance.
Respirazione a parte, le fasi per giungere a un'accordatura ottimale dei bordoni sono sostazialmente due:
- Regolazione delle ance
- Accordatura a orecchio dei bordoni
La seconda, infatti, pur essendo chiaramente l'accordatura vera e propria, non può avvenire se prima non abbiamo regolato adeguatamente le ance: in pratica, è perfettamente inutile cercare di accordare a orecchio i bordoni se le nostre ance sono per così dire "tarate" su una nota diversa rispetto a quella che ci serve. Ecco allora che per poter giungere a una buona accordatura è indispensabile anzitutto imparare a conoscere qual è l'esatta funzione di ogni componente delle ance, così da poterle regolare con cognizione di causa.
1. Tenone: è la parte che viene inserita nel bordone. Ricoperto di filo di canapa cerato, deve essere saldamente inserito nel reed seat, così da non muoversi mentre si suona, causando indesiderate oscillazioni di altezza nell'onda sonora.
2. Bridle: regola l'apertura della linguetta, consentendo di adattare la quantità di aria necessaria a far funzionare l'ancia del bordone in base alla durezza dell'ancia del chanter.
3. Linguetta: è la parte che vibra, creando il suono. Sotto di essa è presente un'apertura ricavata nel corpo dell'ancia, che consente di far passare l'aria verso il bordone.
4. Corpo dell'ancia: la sua funzione principale è fare da cassa armonica alla vibrazione prodotta dalla linguetta. Come vedremo tra poco, grazie ad alcuni interessanti accorgimenti introdotti sulle ance di nuova generazione svolge anche un importante ruolo nell'intonazione del bordone.
5. Tuning Screw: letteralmente "vite per l'accordatura", è presente solo in alcuni modelli di ance sintetiche, e come suggerisce il nome aiuta nella regolazione dell'intonazione.
Analizziamo ora le caratteristiche di alcuni modelli di ance, che nel loro insieme presentano grossomodo tutte le varianti attualmente esistenti in commercio.
A. Canning Blue: corpo dell'ancia in materiale plastico, al pari delle linguette dei bordoni tenori. La linguetta del bass drone (in foto) è invece in fibra di carbonio, cosa che dona a questo bordone una sonorità maggiore rispetto ai due tenori. In questo modello la tuning screw resta nascosta alla vista e viene azionata grazie all'utilizzo di una piccola chiave a brugola, in dotazione col set di ance: si trova infatti inserita all'interno del cappuccio nero presente nella parte superiore dell'ancia.
B. Increased Absorption Ezeedrone: dotate di corpo realizzato con un materiale che imita le caratteristiche della canna naturale e che assorbe l'umidità, permettendo all'ancia di suonare più a lungo. Questo modello presenta la linguetta in plastica. La tuning screw, decisamente in bella vista, si trova nella parte superiore dell'ancia e solitamente viene azionata a mano, anche se talvolta può essere necessario ricorrere a una chiave a brugola (non in dotazione).
C. Standard Balance Tone: corpo e linguetta realizzati in materiale plastico, questo modello non è dotato di tuning screw perché l'intonazione dell'ancia viene regolata semplicemente allungando e accorciando il corpo della stessa con un sistema di tipo telescopico, rendendo il tutto più semplice e rapido anche perché evita di dover ricorrere a chiavi a brugola. La parte terminale dell'ancia, per intenderci quella che in foto è di colore bianco e che a una prima occhiata può essere scambiata per una tuning screw, in realtà serve a chiudere totalmente il foro sotto la linguetta nel caso si desideri fermare l'ancia, oppure a ridurre il volume se invece si vuole semplicemente bilanciare meglio l'intensità dei bordoni. Per fare un paio di esempi, può capitare talvolta di dover chiudere l'ancia nel caso questa dovesse iniziare a dare problemi mentre si suona, oppure può essere utile ridurre il volume dei due bordoni tenori quando si desidera far emergere di più il basso.
D. Ancia in canna: si tratta del modello tradizionale, ormai praticamente scomparso dall'uso se non fosse per qualche piper tradizionalista che ancora rimane fedele ad esso. Dotate di un suono un po' più caldo rispetto alle colleghe sintetiche, queste ance presentano però un mucchio di problemi legati al loro funzionamento e all'intonazione. Come potete notare non sono infatti provviste di tuning screw, il bridle è realizzato con filo di canapa nero cerato (anche se talvolta questo viene sostituito da chi suona con dei più pratici elastici ortodontici), e in generale la canna del corpo e della linguetta dà più problemi di quanti ne risolva, per via della sua scarsa elasticità e della tendenza a gonfiarsi con l'umidità del fiato.
A sinistra la posizione corretta, rispetto al filo di canapa, delle sezioni superiori dei due bordoni tenori e del bordone basso. La seconda posizione lascia scoperto decisamente troppo filo, mentre la terza lo copre interamente, e pure "con gli interessi", per cui sono considerate entrambe sbagliate.
Ora, dovete sapere che per ottenere il massimo dai vostri bordoni in termini di bellezza e stabilità del suono, gli stessi dovrebbero essere regolati in modo che la parte superiore dei due tenori e la parte superiore del basso lascino scoperto circa un millimetro di filo di canapa, mentre la parte intermedia del basso dovrebbe essere a circa metà del tuning pin. Chiaramente l'esatta posizione verrà poi data dall'accordatura a orecchio, però di partenza le ance dovrebbero essere regolate in modo che lasciando i bordoni in queste posizioni, più o meno dovrebbero risultare già abbastanza accordati.
Per ottenere questo risultato dobbiamo intervenire principalmente sue due cose, cioè il bridle e la tuning screw, regolandoli in modo da ottenere esattamente il pitch desiderato. A dire la verità anche il tenone può fare la sua parte, nel senso che estraendolo un po' dal reed seat si abbassa leggermente il pitch del bordone, mentre inserendolo lo si alza; però questo è un effetto secondario, soprattutto perché la differenza di pitch che si ottiene così facendo è ben poca cosa, ed è molto più importante che il tenone sia ben inserito nel reed seat per evitare che l'ancia cada nella sacca. In linea di massima si interviene sul tenone solamente se non si riesce a ottenere il pitch desiderato regolando solo bridle e tuning screw, e soprattutto se manca poco per ottenere il risultato sperato, visto che come dicevo il tenone non influisce più di tanto sul pitch.
Vediamo allora insieme come regolare il pitch dei bordoni, intervenendo appunto su bridle e tuning screw.
La posizione corretta della parte intermedia del bordone basso, a circa metà del tuning pin.
La primissima cosa da fare è dotarsi di un accordatore e verificare il pitch del Low A del vostro chanter, così da regolare poi i bordoni basandosi su quello. Fatto ciò, occorre anche verificare che le ance dei bordoni non siano troppo aperte, mangiando così aria e facendovi fare della fatica inutile, o che al contrario non siano troppo chiuse, cosa che le porta a fermarsi mentre si suona. Per controllare se l'apertura delle ance è a posto, semplicemente gonfiate la sacca, fate partire i bordoni e il chanter e suonate l'High A, che ricordo essere la nota che dovrebbe indicare la pressione necessaria a suonare tutto il resto. Se i bordoni si fermano, o se lo fa anche solo uno di loro, è evidente che c'è qualcosa che non va, perché una o più ance sono troppo chiuse.
Se invece i bordoni continuano a suonare, naturalmente sempre tenendo l'High A sul chanter, dovete dare un colpo piuttosto deciso alla sacca col braccio sinistro. Così facendo, tutti i bordoni dovrebbero fermasi in contemporanea per effetto dell'aumento improvviso della pressione dell'aria sulle ance. Se non si fermano, o se anche in questo caso non lo fa solamente uno o più di loro, vuol dire che le ance sono troppo aperte e vi stanno mangiando inutilmente aria.
Nel caso abbiate riscontrato problemi con l'apertura delle ance dovete procedere in questo modo:
Ance troppo chiuse: fate scorrere il bridle in direzione della parte della linguetta trattenuta da una fascetta (o dalla canna stessa nel caso di ance in canna). Questa operazione allunga la parte della linguetta che resta libera di vibrare, facendo passare più aria e contemporaneamente abbassando il pitch dell'ancia, perché allungando la sezione vibrante della linguetta subentra la solita regola per cui più uno strumento è lungo più il pitch si abbassa, e viceversa.
Ance troppo aperte: fate scorrere il bridle in direzione della parte libera della linguetta. Agendo in questo modo chiaramente otterrete il risultato contrario rispetto alla precedente operazione, accorciando la parte vibrante della linguetta, riducendo la quantità di aria che passa e alzando il pitch dell'ancia.
Regolata l'apertura delle linguette non ci resta che intervenire sul pitch delle ance portandolo al livello desiderato, agendo sulla tuning screw oppure allugando o accorciando direttamente l'ancia, in base alle caratteristiche del modello che abbiamo in dotazione. Qualunque sia il sistema adottato dalle nostre ance, il principio di funzionamento rimane sempre lo stesso: allungando la camera interna dell'ancia il pitch si abbassa, accorciandola il pitch si alza, poco importa se questo avviene tramite una vite o intervenendo direttamente sulla lunghezza dell'ancia.
ATTENZIONE: ogni operazione volta a regolare il pitch delle ance deve essere svolta rigorosamente con i bordoni in posizione nello strumento, provando un bordone alla volta e tappando i due bordoni che non ci interessano al momento con gli appositi tappi, oppure semplicemente interrompendone il flusso d'aria appoggiando per un secondo il dito sul bush. Non serve a nulla cercare di regolare il pitch di un bordone estraendolo dallo stock e soffiando direttamente nell'ancia. Così facendo, infatti, molto difficilmente si otterrà esattamente la pressione a cui viene sottoposta l'ancia quando riceve aria dalla sacca, per cui il risultato non sarebbe affidabile.
Arrivato a questo punto mi permetto una piccola digressione su un argomento a cui tengo molto, anche se a uno sguardo superficiale non sembra essere collegato per nulla con l'accordatura dello strumento. Se però provate a rifletterci un attimo di più vi accorgerete che le due cose sono legate, eccome: non suonate mai con un'ancia del chanter troppo dura!!! Usare un'ancia di questo tipo infatti obbliga ad aprire troppo le ance dei bordoni, con effetti deleteri sulla stabilità del soffio, sulla regolarità delle oscillazioni della linguetta (e quindi anche sulla tenuta delle note) e soprattutto sulla purezza del suono dei bordoni. Infatti, una linguetta lasciata troppo lunga avrà la tendenza ad avere un suono molto forte e quasi metallico, per nulla piacevole da ascoltare, e pur tenendo presente che siamo in un campo sicuramente molto influenzato dalla soggettività, non credo che questo sia l'ideale di bellezza per nessun piper al mondo; o perlomeno, non per quelli dotati di orecchie musicalmente ben formate!
Esaurito l'argomento "regolazione delle ance", passiamo ora all'accordatura a orecchio dei bordoni. Vero che un piper alle prime armi, quindi non ancora stabile nel soffio e con l'orecchio non sufficientemente allenato, può tentare di accordare i bordoni tappando il chanter e facendoli suonare uno alla volta per poi regolarli aiutandosi con un accordatore, però questo è un metodo valido solo fino a un certo punto. In questo modo, infatti, si ottiene un'accordatura molto grossolana, perché così facendo i bordoni non ricevono la stessa quantità di aria che prendono quando invece suonano tutti insieme, magari pure con l'aggiunta del chanter. Insomma, il risultato finale è molto grezzo, ma per un principiante può anche andare bene perché in ogni caso non potrebbe avere uno strumento perfettamente accordato almeno fino a quando non raggiungerà un minimo di stabilità nel soffio.
Rimane il fatto che per ogni piper che si rispetti è assolutamente fondamentale imparare ad accordare i bordoni basandosi esclusivamente sulle proprie orecchie, che vanno allenate a farlo il prima possibile.
Ok, direte voi, ma come funziona la cosa? Prima di tutto dovete imparare che più il bordone viene allungato e più il pitch si abbassa, come sempre, mentre accorciandolo il pitch si alza. Però non tutte le parti dei bordoni vanno mosse allo stesso modo: per i due tenori è la parte superiore ad essere fatta scorrere sul tuning pin, mentre per il basso si muove solo la parte centrale, lasciando fissa la parte superiore nella posizione che abbiamo già visto in precedenza.
Per vostra comodità trovate il tutto riassunto nell'immagine qui a lato.
Ora, il primo passo per procedere con l'accordatura a orecchio è chiudere il bordone basso e il tenore centrale, poco importa se usando gli appositi tappi oppure semplicemente interrompendo il flusso d'aria nel modo già visto qui sopra. Fatto questo, dovete imparare ad accordare il tenore esterno sul Low A del chanter, sistemando il bordone muovendolo un po' alla volta e confontando frequentamente la sua accordatura col Low A. Per ottenere un buon risultato, e soprattutto per agire con cognizione di causa, dovete sapere innanzitutto che quando due note simili ma di frequenza leggermente diversa vengono suonate contemporaneamente, si produce un effetto fisico chiamato battimento.
Per intenderci, per quanto ci interessa questo avviene nel caso in cui il Low A del chanter e il bordone esterno (che suonano la stessa nota a un'ottava di distanza) oppure i tre bordoni tra loro, o ancora gli stessi in combinazione col chanter, non siano perfettamente accordati.
Il battimento è un'interferenza tra i due suoni che dà luogo a un ciclico rafforzarsi e indebolirsi dell'intensità del suono, producendo un'oscillazione dell'onda sonora che per amore di semplicità possiamo indicare con l'onomatopea "wa-wa". Più aumenta la differenza di altezza tra i due suoni e più il wa-wa aumenta in velocità fino a diventare indistinguibile quando la distanza è eccessiva. In questo caso comunque si capisce che l'accordatura non è buona perché i due suoni creano una dissonanza, tutt'altro che piacevole da ascoltare.
Al contrario, più i due suoni si avvicinano in altezza e più il wa-wa rallenta, fino a scomparire totalmente quando le due note sono correttamente accordate, dando origine a una consonanza perfetta. Qui attenzione, perché spesso il nostro orecchio si inganna, se non è allenato a dovere. Nel momento in cui i due suoni sono molto vicini ma senza essere perfettamente accordati tra loro, infatti, il wa-wa può essere talmente ampio da risultare quasi impercettibile. Ora, siccome per semplificarsi la vita è sempre buona norma partire col bordone leggermente più lungo rispetto a quanto si prevede possa essere la sua posizione ideale (quindi lasciando scoperto un po' più filo del dovuto) così da sapere già in anticipo che la direzione da far prendere alla parte superiore del bordone sarà verso il basso, per essere sicuri che il tenore esterno sia ben accordato col chanter è sempre cosa buona scendere un pelino anche quando sembra che il wa-wa sia scomparso, per accertarsi che lo sia effettivamente. Se il suono migliora, vuol dire che evidentemente non era a posto, idem per il contrario.
Un altro sistema per capire in che direzione muovere il bordone quando il suono sembra quasi a posto ma senza esserlo del tutto si basa sul fatto che l'ancia del chanter è più sensibile agli sbalzi di pressione rispetto alle ance dei bordoni. Questo permette di cambiare leggermente l'altezza del chanter variando lievemente la pressione del fiato, lasciando i bordoni praticamente inalterati.
Ecco allora che con questo sistema possiamo trovarci ad affrontare le seguenti alternative:
1. Il chanter risulta essere meglio accordato col bordone soffiando leggermente di più: vuol dire che il bordone è troppo alto rispetto al chanter, quindi bisogna allungarlo.
2. Il chanter risulta essere meglio accordato col bordone soffiando leggermente di meno: vuol dire che il bordone è troppo basso rispetto al chanter, quindi bisogna accorciarlo.
Sembra una cosa complicata da ricordare, ma se ci pensate anche solo un attimo può essere riassunta in un modo probabilmente non molto tecnico ma sicuramente pratico. Tenete come riferimento quando il chanter suona bene in base alla pressione esercitata col soffio:
SOFFIO SU = PARTE SUPERIORE DEL BORDONE SU
SOFFIO GIU' = PARTE SUPERIORE DEL BORDONE GIU'
Facilissimo, no?
Ricordatevi comunque che per accordare i bordoni è importantissimo imparare ad alzarli o abbassarli con movimenti davvero minimi, inferiori al millimetro per volta. Per riuscire in questo compito è quindi più che fondamentale che l'hemping sui bordoni sia eseguito a regola d'arte, altrimenti non sarà mai in grado di farvi eseguire movimenti così piccoli, facendovi invece muovere il bordone a scatti o tendendo a scivolare più del dovuto, in base alle sue condizioni.
Sistemato il Low A del chanter col bordone esterno, non vi resta altro da fare che accordare gli altri due bordoni basandovi sul bordone esterno. Ricordatevi che mentre si accordano i bordoni è sempre importante tenere la mano sinistra sul chanter nella posizione dell'High A, naturalmente facendolo anche suonare, e qjuesto per almeno tre motivi. Anzitutto, come già detto, questa nota permette di mantenere sempre la pressione corretta sulle ance. Inoltre, non potendo eseguire un Low A perché la mano destra è impegnata ad accordare, l'High A è la nota più vicina a quella dei bordoni, cosa che evita battimenti indesiderati. Per finire è anche una nota dotata di scarsa intensità, quindi non disturba più di tanto l'ascolto dei bordoni.
Comunque, si inizia col bordone basso, lasciando sempre tappato il bordone centrale e controllando che il basso non crei battimenti col tenore esterno. Qui vi svelo un trucco: è molto meglio concentrarsi su come si comporta il tenore esterno, dal momento che il basso risulta spesso essere poco chiaramente udibile, per una serie di problemi che vanno dalla sua posizione (il suono esce un pezzo più in alto rispetto alle nostre orecchie, a differenza di quanto avviene coi due tenori) fino al fatto che il nostro orecchio, se deve scegliere tra un suono acuto e uno grave, percepisce più chiaramente il primo. Se il tenore esterno non presenta quindi battimenti potete stare tranquilli che anche il basso è a posto, in caso contrario agite di conseguenza, regolando il basso! Arrivati a questo punto vi resta solo da aprire anche il tenore centrale, che se l'esterno e il basso sono realmente a posto dovreste riuscire a regolare con molta facilità. Se non vi riesce, è molto probabile che il basso e il tenore esterno non siano poi così a posto come credevate, quindi vi toccherà ahimè ritentare il tutto.
Per vostra comodità vi riassumo in un piccolo elenco le tre fasi principali dell'accordatura dei bordoni.
1. Regolare il LOW A del chanter con il TENORE ESTERNO
2. Regolare il BORDONE BASSO con il TENORE ESTERNO, tenendo l'HIGH A sul chanter
3. Regolare il TENORE INTERNO con gli altri due bordoni, sempre tenendo l'HIGH A sul chanter
Se tutto questo procedimento all'inizio vi sembra molto complicato, ricordatevi che potete esercitarvi prima accordando il chanter col bordone tenore esterno per poi tappare il chanter e accordare gli altri due bordoni con l'esterno, sempre nell'ordine basso-tenore centrale. Anche in questo caso si tratta di un sistema che non garantisce un'accordatura perfetta, ma ehi: da qualche parte bisogna pur cominciare, e questo è di certo un primo passo nella direzione giusta, nell'ottica di imparare un po' alla volta l'intero procedimento corretto.
In chiusura dell'articolo ritengo giusto segnalarvi che il sistema di accordatura fin qui descritto, pur essendo con ogni probabilità il più diffuso tra i piper di tutto il mondo semplicemente perché è il più facile, non è assolutamente l'unico esistente. Spesso i piper solisti di alto livello preferiscono infatti iniziare accordando tra loro i bordoni, in una posizione che sanno per esperienza essere vicina al risultato finale, per poi muoverli tutti e tre un po' alla volta in direzione del chanter, con movimenti davvero miscroscopici.
Chiaramente questo sistema richiede una notevole esperienza unita a una grande stabilità nel soffio e a un orecchio davvero ben allenato, ma dopotutto non è quello a cui dovremmo aspirare un po' tutti?
E allora, buon lavoro!