Come scegliere il practice chanter
Con il presente inizio una serie di articoli pensati per aiutarvi nella scelta degli strumenti e di tutto ciò che ad essi gira intorno, sempre ricordandovi che in caso di dubbi potete contattarmi telefonicamente o via email ai recapiti che trovate qui sul sito, sia per ricevere delucidazioni che consigli. Naturalmente l'inizio della serie non poteva che essere dedicato al primo strumento che un aspirante piper si ritrova tra le mani: il practice chanter, cioè quella specie di flauto da studio sul quale si apprendono le basi della musica e della tecnica strumentale, come ho già spiegato nel mio ultimo articolo.
Iniziamo col vedere come è fatto un practice chanter. Come potete notare nella foto a lato, lo strumento è composto dal corpo sonoro vero e proprio, che è munito di fori per l'esecuzione delle note, da un'ancia doppia e da una parte superiore che fa da imboccatura. L'ancia, che tradizionalmente era fatta in canna comune al pari delle ance della cornamusa, al giorno d'oggi è quasi sempre in materiale plastico. Per dovere di cronaca devo dirvi che esistono ancora anche le ance in canna, però sono poco usate perché costano sensibilmente di più rispetto a quelle sintetiche e per giunta durano pure di meno, anche se la qualità del loro suono è nettamente superiore rispetto alle ance in plastica. Però, trattandosi di uno strumento da studio, va detto che la bellezza del suono è importante solo fino a un certo punto, mentre il risparmio economico e la facilità di utilizzo delle ance sintetiche lo sono di certo molto di più.
Tutto ciò ci porta a un altro problema: la scelta del materiale. Attualmente, infatti, esistono sul mercato sia modelli in materiale plastico che modelli in legno, solitamente (ma non sempre) in African Blackwood, al pari dei chanter delle cornamuse. Chiaramente gli strumenti in legno sono dotati di un timbro più piacevole rispetto a quelli in plastica, però costano anche sensibilmente di più e sono pure molto più delicati, cosa che li rende sconsigliabili sia per i principianti che per i piper che viaggiano spesso con il practice chanter al seguito.
Per quanto mi riguarda, ma chiaramente si tratta di una scelta personale, ho sempre pensato che sia molto più importante avere un practice chanter in plastica di ottima fattura piuttosto che uno in legno. Se il practice è di alta qualità, infatti, anche il suono dello strumento in plastica è più che piacevole, anzi, molto probabilmente è pure superiore a quello di certi practice in legno di seconda scelta.
Di certo non consiglierei mai uno di quei practice chanter in plastica di bassa lega che spesso vengono rifilati ai principianti, solitamente come parte di uno "starter kit" a buon mercato. In molti di quei casi la qualità dello strumento è talmente bassa che la mancanza di bellezza nel suono è spesso l'ultimo dei problemi, anche se io sono fermamente convinto che anche un principiante abbia diritto a uno strumento dotato di un suono piacevole.
Due diversi modelli di ance da practice chanter e, in alto, uno strumento scomposto.
Iniziare a suonare uno strumento musicale è già abbastanza complesso, non vedo proprio perché lo si dovrebbe fare avendo tra le mani un attrezzo che invece di produrre musica produce solo rumore... Senza contare che un buon practice chanter può durare tutta la vita, per cui trovo sia un atteggiamento del tutto privo di ogni logica auto torturarsi con certi strumentacci solo per non spendere poche decine di euro di differenza, perché di questo stiamo parlando, mettendo così a rischio l'entusiasmo nell'apprendere a suonare. Penso infatti sia molto difficile entusiasmarsi suonando uno strumento spiacevole da ascoltare. Per farvi capire di cosa sto parlando vi faccio un esempio: avete presente il flauto dolce di "plasticaccia" che un po' tutti abbiamo dovuto spesso molto a malincuore sopportare a scuola? Ecco, adesso prendete quello strumento e paragonate il suo suono a quello di un VERO flauto dolce, magari cercando online dei video di musica barocca
Ma torniamo al nostro practice chanter. Una volta scelto il materiale il prossimo passo da fare è scegliere la lunghezza che più fa al caso nostro. In commercio esistono infatti sostanzialmente tre tipi di practice chanter: quelli pensati per i bambini, solitamente indicati con termini tipo kid/child/children/junior ecc, quelli di lunghezza standard e quelli lunghi (long).
Ora, so benissimo che in giro c'è un po' di confusione. Molto spesso infatti si sente dire che è meglio scegliere un modello lungo perché a detta di molti avrebbe i fori con la stessa spaziatura di quelli del chanter della cornamusa. In realtà questa convinzione nasce da un equivoco: i modelli lunghi hanno sì la stessa lunghezza del chanter della cornamusa, ma questo non ha praticamente nulla a che vedere con la distanza tra i fori, che rimane pressoché invariata tra i practice chanter standard e quelli lunghi.
Per dovere di cronaca possiamo al limite dire che in alcuni modelli c'è effettivamente un po' di differenza di spaziatura, e in questo caso dipende molto dal costruttore, ma spesso si tratta di disuguaglianze minime, quasi ininfluenti. Del resto, anche tra un chanter da cornamusa e l'altro possono esserci differenze di spaziatura dei fori, e a volte nemmeno poi così irrisorie! Come potete notare nell'immagine a fianco, la vera differenza tra practice chanter standard e lunghi consiste invece nel fatto che questi ultimi hanno, diciamo, una porzione aggiuntiva al di sotto del foro posto più in basso. Soltanto i modelli per i bambini hanno fori sensibilmente più ravvicinati, ovviamente per via delle dita più corte.
Bene, direte voi, ma allora cosa cambia tra practice chanter standard e lunghi? Come fare per sapere quale dei due tipi conviene scegliere? Semplicemente, dipende dall'uso che se ne intende fare. Siccome mentre si suona è pratica comune appoggiare il practice a qualcosa per evitare di dover sostenere un peso inutile che influirebbe sulla rilassatezza delle dita, se si ha l'abitudine di appoggiare il practice su un tavolo è meglio scegliere un modello standard, mentre se al contrario lo si appoggia sulle gambe il modello lungo è molto più indicato. Personalmente ho sempre scelto modelli lunghi perché ragiono sulla base del fatto che non sempre si ha a disposizione un tavolo per suonare, mentre le gambe, salvo casi particolari, le abbiamo sempre con noi. Però naturalmente anche in questo caso si tratta di scelte personali.
Quattro modelli di practice chanter, sia lunghi che standard, di costruttori diversi (Wallace e McCallum).
Notare la spaziatura dei fori pressoché uguale.
Due modelli di practice chanter, rispettivamente lungo e standard, sprovvisti di Sole
Un'ultima cosa da tenere conto quando si sceglie lo strumento è la presenza o meno del cosiddetto Sole, cioè di quel disco in materiale plastico o in metallo che si trova alla base di molti modelli. Lungi dall'avere solo una funzione estetica, il Sole aiuta a tener fermo il chanter mentre si suona, e rende anche più semplice appoggiarlo da qualche parte tenendolo in piedi quando non lo si usa, evitando così che l'imboccatura entri a contatto con superfici indesiderate.
Eccovi quindi spiegato perché noi, di base, in negozio teniamo solo practice chanter di buona qualità in materiale plastico ma rigorosamente dotati del Sole, anche se naturalmente su vostra richiesta possiamo procurarvi altri modelli. Questi strumenti per noi rappresentano il compromesso ideale tra qualità del suono e praticità nell'utilizzo, unite a un prezzo non eccessivamente alto. Sono strumenti che possono tranquillamente accompagnare il piper dai primi passi fino al professionismo senza richiedere un investimento di soldi che è sicuramente molto meglio indirizzare verso la qualità della cornamusa.
Lo stesso discorso naturalmente vale per i modelli dotati di decorazioni: per carità, è vero che anche l'occhio vuole la sua parte, come si dice, però a meno che non abbiate soldi da buttare la decorazione del practice chanter non è esattamente la cosa più importante, nel piping.
Ricordiamoci sempre che il practice chanter, alla fine dei conti, rimane uno strumento da studio, per cui anche se è apprezzabile che sia di buona qualità, per i motivi che abbiamo già esposto, la cornamusa rimane lo strumento vero e proprio, quindi è molto meglio ricercare lì la vera qualità. A meno che non intendiate diventare suonatori di practice chanter, cosa che in molti purtroppo rischiano di fare, ma quello è tutto un altro discorso.
Chiudo con una piccola curiosità: siccome noi piper siamo strani animali dotati di un linguaggio tutto nostro, se sentite uno di noi dire che ha comprato un nuovo PC difficilmente si riferirà al Personal Computer... Molto più probabile che si tratti di un Practice Chanter fresco di tornio!