Come scegliere l’ancia per il chanter della cornamusa scozzese
Come avrete intuito dal titolo, in questo articolo vi spiegheremo come scegliere una componente della cornamusa che, per quanto sia piccola, può influire enormemente sul suono del vostro strumento. Dall'ancia del chanter nasce infatti la voce della cornamusa, cioè il suono che esegue la melodia. Iniziamo allora col comprendere com'è fatta un'ancia, come funziona e perché è tanto importante sapere come sceglierla.
Nell'immagine qui a lato potete notare che l'ancia del chanter, appartenente alla famiglia delle ance doppie, è formata da due lamelle in canna
comune (Arundo donax) opportunamente sagomate e contrapposte tra loro, legate
nella loro parte inferiore a un cannello metallico che può essere in ottone oppure
in rame. Per dovere di cronaca vi segnalo che esistono anche ance del chanter
con lamelle in materiale sintetico, ma sono considerate da evitare peggio della
peste dalla stragrande maggioranza dei piper per via della scarsissima qualità
del loro suono e per tutta una serie di grossi problemi legati all'intonazione.
Comunque, tornando alle ance in canna e alla nostra immagine, come potete
vedere le lamelle si presentano più spesse nella parte sovrapposta alla sezione terminale superiore del
cannello, nel punto in cui vanno a formare la cosiddetta "camera del suono",
sebbene la forma di questa sezione dipenda dal tipo di ancia, come vedremo tra
poco
Verso la punta le due lamelle sono invece molto sottili, per permettere al fiato di farle vibrare mettendo così in vibrazione anche la colonna d'aria interna al chanter e creando il suono. Per un'elementare legge della fisica, infatti, il suono è dato da una vibrazione dell'aria (o anche di altri elementi elastici, come ad esempio l'acqua) che quando raggiunge il nostro apparato uditivo viene da questo trasformata in impulsi nervosi, che poi il cervello interpreta come suoni.
A completare l'ancia, nella parte più bassa del cannello, troviamo una sezione rivestita in canapa gialla, generalmente non cerata; non mancano però piper che in questa zona preferiscono invece usare la canapa cerata gialla, più morbida di quella nera. Questa è la parte dell'ancia che viene inserita nell'apposito foro del chanter, chiamato in inglese "reed seat"; lo spessore della canapa usata in questo punto, e di conseguenza la posizione dell'ancia nel reed seat, va a influire sull'intera intonazione del chanter, ma questo sarà argomento per un futuro articolo.
Parliamo ora dei due tipi di ance attualmente in produzione; con l'aiuto dell'immagine a lato potete notare che si tratta del cosiddetto Ridge-cut e dello Straight-cut. Il primo tipo è caratterizzato da una camera del suono molto spessa interrotta da una specie di dorsale (in inglese appunto "ridge") e da lamelle che si restringono solo verso la punta, mentre lo Straight-cut ha lamelle che si assottigliano in modo molto più dolce e progressivo, con una camera del suono praticamente quasi indistinguibile dal resto dell'ancia.
Lo Straight-cut viene spesso chiamato anche Molded, anche se alcuni
piper preferiscono usare questo termine soltanto per indicare delle particolari
ance che hanno una sezione simile alle Straight-cut diciamo "standard",
e per questo solitamente incluse in questa categoria, ma caratterizzate da un
taglio laterale molto arrotondato, quasi fossero un altro modello rispetto alle Straight-cut.
Qui mi atterrò comunque all'interpretazione più diffusa considerando Molded e Straight-cut come un'unica categoria, anche perché di fatto queste ance hanno all'incirca le stesse caratteristiche, diversamente da quanto accade con le Ridge-cut. Eggià, perché naturalmente questa differenza di forma non è puramente estetica, anzi: i due tipi di ance presentano differenze non da poco sia nel tipo di suono che nella gestione generale dello strumento e della sua intonazione.
Vediamo allora insieme pregi e difetti dei due tipi di ance.
RIDGE-CUT
Sono caratterizzate da un suono brillante e potente e da una buona stabilità dell'intonazione. Lo spessore della loro camera del suono, infatti, le rende meno sensibili agli sbalzi di pressione rispetto alle colleghe Straight-cut, anche se proprio per questo motivo generalmente richiedono un po' di pressione in più per entrare in vibrazione. Necessitano di un break-in period piuttosto corto, in genere intorno a una-due settimane in base alla durezza dell'ancia. Nel caso qualcuno non lo sapesse, ricordo che con "break-in period" si indica il periodo di tempo necessario a un'ancia nuova per iniziare a funzionare al meglio, ammorbidendosi leggermente e migliorando stabilità e qualità del suono. A fronte di questi pregi, le Ridge-cut hanno però vita breve, in genere tra i sei mesi e l'anno, anche se naturalmente non mancano le eccezioni. Certi reedmaker (gli artigiani che realizzano le ance) moderni, infatti, hanno raggiunto un livello di precisione tale da creare ance Ridge-cut che possono durare anche alcuni anni, se opportunamente trattate. È il caso, ad esempio, dei due proposti da noi, quindi G1 Reeds e Castle Bagpipes.
Grazie alla loro stabilità e alla loro potenza sonora le Ridge-cut sono in genere le ance preferite dalle pipe band, ma certe loro caratteristiche le rendono adatte anche ad un uso solistico: come sempre, è tutta questione di gusti e quindi di che tipo di suono si cerca. Se ci fate caso, le ance che abbiamo in catalogo, pur essendo entrambe Ridge-cut, si distinguono per una caratteristica: il materiale del cannello. Come sempre accade, lungi dall'essere una mera scelta di convenienza anche questo dettaglio influisce sul tipo di suono. Le ance con cannello in ottone (nel nostro caso le G1) hanno infatti un suono più squillante, mentre quelle col cannello in rame (Castle Bagpipes) presentano un timbro più dolce.
Chiudiamo con un ultimo particolare: questo tipo di ancia non si presta molto alla manipolazione se non per ridurne la durezza e poco altro, per cui nel caso rivelassero problemi di incompatibilità col vostro chanter non avreste molto margine per correggerle. Ma qui direi che è meglio informarsi in anticipo su quali chanter presentano problemi di incompatibilità con una determinata ancia, anche perché la manipolazione delle ance è in genere piuttosto sconsigliata, se non effettuata da mani molto esperte. Nel tentativo di risolvere un problema è infatti facilissimo sbilanciare totalmente l'ancia, andando a toccare un punto che magari non sarebbe stato nemmeno da sfiorare.
STRAIGHT-CUT/MOLDED
Dotate di un suono più morbido, tenue e ricco di armonici rispetto alle Ridge-cut, a parità di durezza chiedono in genere anche meno fiato per funzionare bene. Sono però molto più sensibili agli sbalzi di pressione e quindi sconsigliate per il piper di livello medio-basso, che in genere non ha molto controllo sul soffio e si ritrova così a suonare più stonato del necessario. Queste ance sono infatti le preferite soltanto di una parte dei solisti di buon livello, proprio grazie alla ricchezza del loro suono. Presentano un break-in period molto lungo, solitamente intorno a uno-due mesi, problema in genere compensato da un ciclo vitale maggiore rispetto alle Ridge-cut e che rientra nell'ordine di vari anni. Qui però c'è da dire che negli ultimi anni il concetto di break-in period ha subìto un'importante modifica. Mentre fino a poco tempo fa, quando le ance venivano realizzate interamente a mano ed erano quindi soggette a parecchie imprecisioni, il break-in era il periodo di tempo necessario perché un'ancia si ammorbidisse di molto arrivando finalmente a funzionare suonando bene, oggi non è più così. Con le moderne tecniche costruttive, che fanno largo uso della tecnologia, le ance escono già praticamente pronte a suonare. Quello che cambia durante il break-in è solo che la canna si ammorbidisce leggermente, sfibrandosi con l'uso, e le legature si allentano un po' permettendo alle lamelle di vibrare più liberamente, a tutto vantaggio del suono. Però stiamo parlando di differenze minime: non è che se un'ancia chiede due mesi per completare il break-in voi per tutto quel tempo non la potete usare nelle esibizioni!
Contrariamente alle Ridge-cut, le Straight-cut si prestano molto facilmente alla manipolazione e sono quindi più facili da adattare a chanter diversi, un'operazione che però naturalmente richiede una buona dote di competenze. Proprio per via delle difficoltà maggiori nella gestione che presenta questo tipo di ancia e che la rendono molto meno ricercata rispetto alla Ridge-cut, almeno per il momento abbiamo deciso di non tenere in catalogo ance di questo genere, anche se non escludiamo in futuro di cambiare idea, in base all'andamento della domanda.
Passiamo ora alla durezza delle ance, un altro parametro da valutare in fase di acquisto dal momento che non tutte le ance richiedono la stessa pressione per funzionare a dovere. Un'ancia con lamelle più spesse, oppure con un'apertura della bocca troppo ampia, sarà sicuramente un'ancia più dura rispetto a una più sottile o con un'apertura delle lamelle minore. Qui serve sfatare da subito un falso mito: non è per nulla vero che un'ancia più dura garantisce un'intonazione più stabile, altrimenti non si capisce come facciano bambini e persone affette da disabilità fisiche anche piuttosto gravi a suonare con strumenti perfettamente intonati. La stabilità dell'intonazione è data dalla stabilità nel soffio, il celeberrimo "steady blowing", quindi se volete suonare intonati concentratevi prima di tutto sulla vostra tecnica della respirazione. Un'ancia dura in genere vuol dire solo una cosa: un'intensità più alta (leggasi "volume") che va però spesso a danno della qualità del suono, che diventa sgradevole, più un urlo che un suono vero e proprio.
Le ance dure sono le predilette da molti Pipe Major soltanto perché così le bande acquistano più volume, ma rimane tutto da stabilire se questo sia un bene oppure un male. Se per avere un po' più volume, tu, Pipe Major, ti ritrovi con 3/4 di banda che fatica a suonare e a tenere la pressione richiesta dalle ance che hai scelto, con evidente danno alla stabilità del soffio e conseguente mancanza di intonazione dell'insieme... insomma, vedi un po' se ti conviene! Che poi, più volume per far che? Hai paura che la gente non vi senta? Se è così stai pure tranquillo, che con una pipe band questo rischio non lo si corre mai!
A sinistra un'ancia Castle Bagpipes, a destra una G1 Platinum. La differenza nel colore della legatura è una scelta esclusivamente estetica.
Detto questo, dobbiamo però tener presente che non siamo tutti uguali e che ogni persona è dotata di un soffio naturale che può essere più o meno potente. Ecco, proprio su questo dobbiamo basarci per capire qual è la durezza d'ancia adatta a noi. L'ancia giusta è infatti quella che ci consente di suonare con uno sforzo minimo, senza rischiare un infarto per arrivare alla fine di un set di marce. Intendiamoci, chiaramente chi è all'inizio dovrà comunque fare un po' di sforzo per sviluppare la potenza e la resistenza necessarie per suonare, l'ancia che suona da sola purtroppo per voi non l'hanno inventata. Però questo dovrà essere un processo naturale e graduale, che col tempo eventualmente potrà portare dal suonare ance molto facili a suonarne altre un po' più dure, ma senza esagerare mai con la fatica. Naturalmente, invece, chi è già dotato di suo di una certa potenza nel soffio potrà puntare ad ance più dure da subito, anche e soprattutto per evitare di suonare con un'ancia troppo leggera per lui, con tutti i problemi annessi e connessi.
In genere, per capire quale ancia va bene per noi si usa un test molto semplice: tenendo l'ancia in bocca, quindi con il chanter fuori dalla sacca, si suona la prima riga di una marcia, solitamente in 4/4 o 6/8. Se si riesce a reggere tutta la riga con un solo fiato l'ancia va bene, altrimenti ne serve una più morbida. Se un'ancia vi sembra troppo dura scartatela subito! Non ragionate sulla base "eh ma poi si ammorbidirà con l'uso", questa è una logica che apparteneva ai tempi andati e che oggi non ha più senso, per via dei progressi costruttivi di cui ho già parlato. L'ancia giusta da nuova deve sembrare al limite solo leggermente un po' dura, ma dovete essere in grado di suonare con lei da subito perché, per come sono fatte le ance oggi, col tempo non si ammorbidirà più di tanto.
Ma quanti livelli di durezza esistono, e come si fa a capire a quale di questi appartiene un'ancia? Per rispondere alla prima domanda, fino a pochi anni fa le ance venivano suddivise soltanto in Easy (facili), Medium (medie) e Hard (dure). Al giorno d'oggi però praticamente tutti i reedmaker hanno introdotto dei livelli di durezza intermedi, chi più chi meno, livelli che anche troppo spesso cambiano definizione in base all'artigiano.
Per fare uno schema, possiamo dire che in linea di massima abbiamo queste durezze:
Very Easy (molto facile)
Easy (facile)
Easy Plus (Easy +) o Medium Easy (una via di mezzo tra Easy e Medium)
Medium (media)
Medium Plus (Medium +) o Medium Hard (una via di mezzo tra Medium e Hard)
Hard (dura)
Attenzione però: non tutti i reedmaker hanno adottato nella totalità questi gradi di durezza, e soprattutto non è per niente detto che i livelli di un reedmaker corrispondano a quelli di un altro. Anche se negli ultimi anni si è iniziato a misurare la pressione necessaria per suonare un'ancia usando un manometro e i Pollici di acqua (inH2O) come unità di misura, il processo di uniformare i diversi gradi di durezza è ben lontano dall'essere concluso, per cui un'ancia Medium di un determinato reedmaker può tranquillamente corrispondere a una Easy Plus o a una Medium Hard di un altro artigiano! Tra l'altro, per completezza va detto anche che l'uso del manometro per misurare la durezza delle ance è visto con sospetto da più di un reedmaker, per tutta una serie di motivi tecnici inutili da elencare in questa sede.
Insomma, per sapere che ancia prendere abbiamo solo due strade: o misuriamo a nostra volta con un manometro le ance che usiamo (se già ne usiamo) così da sapere che durezza richiedere, sempre ammesso che il nostro reedmaker di fiducia usi questo sistema, oppure facciamo qualche tentativo con ance di varia durezza e vediamo cosa fa al caso nostro. Va da sé che spesso la seconda opzione risulta essere l'unica praticabile.
Chiudiamo l'articolo imparando a scegliere le ance basandoci anche sulla precisione con cui sono state fatte, in modo da evitare quelle che presentano difetti già in partenza. Anzitutto la prima cosa da guardare è la bocca dell'ancia, soprattutto controllando se le due lamelle presentano lo stesso grado di curvatura. Una lamella più piatta dell'altra è infatti indice sicuro di grossi problemi di intonazione. Sempre riguardo la bocca, altra cosa a cui serve prestare attenzione è la distanza tra le due lamelle, perché come abbiamo già visto una maggiore apertura della bocca corrisponde a un'ancia più dura. Ovviamente, se cerchiamo un'ancia morbida dobbiamo evitare di sceglierne una con una bocca troppo ampia, e viceversa se invece stiamo cercando un'ancia dura.
Riguardo la forma delle lamelle, è invece importante verificare che siano esattamente speculari, che abbiano quindi lo stesso grado di inclinazione e, nel caso delle Ridge-cut, che il ridge di entrambe le lamelle si trovi alla stessa altezza. Non è raro, infatti, trovare ance con i ridge non paralleli, anche se fortunatamente questo difetto un tempo comune sembra essere sulla via dell'estinzione grazie all'avvento delle nuove tecniche costruttive, come già detto ampiamente supportate dalla tecnologia. Allo stesso modo è importante sincerarsi che entrambe le lamelle non presentino danni dovuti a una cattiva manipolazione, come angoli smussati o piccole crepe. Queste ultime talvolta possono essere anche difficilmente individuabili a occhio nudo, salvo poi palesarsi in modo decisamente poco simpatico dopo qualche ora di funzionamento dell'ancia.
Per finire, è bene assicurarsi che le due lamelle siano legate saldamente tra loro, che la legatura non presenti quindi irregolarità e che le lamelle combacino alla perfezione, senza spazi intermedi che portano a perdite di aria. In tempi pre-pandemici era usanza comune tra i piper verificare che un'ancia non avesse perdite tenendola in bocca dalla parte del cannello, chiudendo la bocca dell'ancia con un dito e soffiando per controllare che non ci fossero sfiati laterali. Al giorno d'oggi questa pratica, sicuramente antigienica, è in buona parte stata abbandonata perché di certo non è il massimo entrare in un negozio e provare un'ancia che è già stata provata da chissà quante altre persone... Per fortuna però la maggiore accuratezza nella realizzazione da parte dei reedmaker rende queste pratiche abbastanza superflue, anche se dare uno sguardo a come si presenta l'ancia almeno esternamente male non fa di certo.
Insomma, grazie alla tecnologia anche la scelta delle nostre amate ance sembra sempre meno un rituale voodoo e sempre più un procedimento scientifico basato su fatti reali e non su roba del tipo "si dice", "sembra che", "bisogna immergere l'ancia nel whisky" e cose simili. Riguardo l'ultima affermazione al massimo si può arrivare a sostenere con un certo grado di precisione scientifica che è invece assolutamente indispensabile mettere un po' di whisky nel piper, per farlo funzionare a dovere, ma temo che questa sia tutta un'altra storia!