Come scegliere la sacca per la cornamusa scozzese

31.01.2023

Dopo aver parlato, nell'ultimo articolo, di come fare per scegliere la cornamusa più adatta alle nostre esigenze e naturalmente anche alle nostre tasche, con il presente iniziamo una serie di articoli che vi guideranno nella scelta di alcune componenti principali del nostro strumento. Indubbiamente la sacca, lungi dall'essere un mero contenitore d'aria, svolge un'importante funzione in grado di influenzare enormemente il comfort mentre si suona, la stabilità del suono e la tenuta dell'intonazione delle ance, per tutta una serie di motivi che analizzeremo a breve. Va da sé che, viste le premesse, la scelta della sacca giusta è importante almeno quanto quella dello strumento, perché se avrete la cornamusa più bella del mondo ma vi troverete a suonare in una posizione per voi scomoda, e magari non sarete neppure in grado di controllare la stabilità dell'intonazione per colpa (anche) della sacca, il risultato sonoro sarà piuttosto deludente. 

Iniziamo parlandovi delle tipologie di sacca attualmente in circolazione, che si differenziano principalmente per via dei materiali usati nella loro fabbricazione. Sostanzialmente sono di tre tipi: tessuto sintetico impermeabile (Gore-Tex), pelle ovina (pecora o capra) o bovina oppure una combinazione di pelle bovina all'esterno e tessuto sintetico all'interno, con quest'ultimo che in genere viene incollato alla pelle bovina, anche se questo non accade con tutti i modelli.  

Naturalmente, ognuno di questi tipi di sacca è dotato di pregi e difetti; vediamoli insieme.

SACCA SINTETICA

Pregi: è economica e facile da mantenere e installare, grazie alla presenza di cerchi in gomma che permettono un semplice inserimento degli stock.

Difetti: rimanendo troppo morbida e non avendo di fatto consistenza, crea grosse difficoltà nel cercare di mantenere una pressione stabile sulle ance, con conseguenti problemi di intonazione. Inoltre tende a durare meno rispetto agli altri modelli, proprio per via del materiale con cui è fatta.

SACCA IN PELLE

Pregi: ha la consistenza giusta per aiutare nel mantenere la stabilità del suono. Inoltre col tempo tende ad adattarsi al braccio del piper, diventando di fatto ergonomica, senza contare che essendo traspirante almeno nel breve periodo evita accumuli di umidità eccessiva sulle ance. Per questo motivo non necessita di sistemi di controllo dell'umidità, del resto impossibili da installare dal momento che queste sacche in genere non sono dotate di cerniera, salvo rare eccezioni. I pregi qui esposti valgono però quasi esclusivamente per le sacche in pelle ovina. Le pelli bovine invece mantengono solo l'ergonomia, però a livello di traspirabilità non valgono granché. Importante comunque sapere che le sacche in pelle di capra in genere vengono considerate di qualità superiore rispetto a quelle in pelle di pecora.  

Difetti: sono molto più costose delle sacche sintetiche e ibride. Un difetto che, soprattutto in paragone alle ibride, viene accentuato da una minore durata. Inoltre richiedono parecchia attenzione e manutenzione, necessitando di un trattamento stagionale con uno speciale prodotto che ne mantiene la morbidezza e l'impermeabilità (procedimento noto come "seasoning"). Il tutto non giustificabile da nessun autentico vantaggio. Qualcuno ancora oggi ritiene che siano in grado di migliorare il suono dello strumento, una teoria molto diffusa fino a pochi anni fa ma ormai ritenuta soltanto una leggenda dalla stragrande maggioranza dei piper di buon livello. Ultimo ma non per importanza, le sacche in pelle sono sensibilmente più complesse da installare rispetto agli altri due modelli, e sono anche più soggette a perdite d'aria e lacerazioni varie.

SACCA IBRIDA

Pregi: è molto più economica delle sacche in pelle e soltanto un po' più costosa delle sacche in Gore-Tex. Facile da mantenere perché non necessita di nessun trattamento particolare, presenta una buona consistenza garantendo un ottimo controllo della pressione e anche un certo grado di ergonomia, anche se a livello inferiore rispetto alle sacche in pelle. Al pari delle sacche in Gore-Tex è facile da installare, grazie ai cerchi in gomma per l'inserimento degli stock. Inoltre questo tipo di sacca dura anche più a lungo rispetto agli altri due modelli, con un'aspettativa di vita che si attesta intorno ai cinque anni considerando un uso medio e una certa cura nel trattarla. Perché c'è poco da fare: se voi la sacca la prendete a calci, o magari più semplicemente non la lasciate asciugare dopo averla usata favorendo lo sviluppo di muffe varie, difficilmente potrà durare a lungo!

Difetti: necessita di un sistema di controllo dell'umidità, spesso diverso tra estate e inverno in base alle caratteristiche climatiche della zona in cui si vive. Il Gore-Tex interno, infatti, non permette alla pelle di traspirare trattenendo tutta l'umidità, che va quindi a depositarsi sulle ance con conseguenti problemi di stabilità nell'intonazione. 

Vi segnalo, a titolo di cronaca, che in commercio esistono anche sacche sintetiche e ibride sprovviste di cerniera, per fortuna abbastanza rare e secondo il nostro modesto parere una vera assurdità dal momento che rendono di fatto impossibile il controllo dell'umidità, per cui verificate sempre con che prodotto avete a che fare!

Arrivati a questo punto vi chiederete qual è il tipo di sacca migliore. Chiaramente la risposta, come spesso accade, è in buona parte soggettiva, però secondo la nostra esperienza le sacche ibride sono nettamente più convenienti degli altri due tipi, sia per quanto riguarda la gestione dello strumento che per la facilità nel montarle e mantenerle. Il tutto senza dimenticare il prezzo non eccessivo unito a una buona durata, il che alla lunga le rende anche le più convenienti economicamente. Non per nulla sono le uniche sacche che teniamo in catalogo nel nostro negozio, anche se volendo possiamo procurarvi pure gli altri modelli. Semplicemente, rimaniamo fedeli alla nostra filosofia di offrire sempre i prodotti col miglior rapporto qualità-prezzo, e parlando di sacche le ibride sono appunto quelle che più rispecchiano questa caratteristica. 

In altro una sacca ibrida, in basso una in pelle. In quest'ultima notate l'assenza della cerniera e degli anelli in gomma per gli stock. 

Stabilito il materiale, parliamo adesso della misura della nostra sacca. Eggià, perché le sacche si vendono a taglie, l'avreste mai detto? Le misure tradizionali sono S, M e L, però negli ultimi anni vari produttori hanno iniziato a proporre taglie alternative tipo l'Extended Small, che è una via di mezzo tra la S e la M, e l'Extended Medium che sta invece, come avrete capito, tra la M e la L. Alcuni modelli di sacca però sono presenti in una sola variante, come nel caso della Bannatyne Willie McCallum presente nel nostro catalogo. Tenete presente che, esattamente come accade per gli abiti, anche le taglie delle sacche possono presentare alcune differenze tra un produttore e l'altro, non esistono misure universalmente accettate. 

Alcuni esempi di taglie tratte dalle sacche presenti sul nostro sito. Come potete notare capita che i produttori forniscano le misure in centimetri o in pollici... E in bocca al lupo con la conversione!

Ma a cosa dovrebbero servire queste taglie, direte voi, e soprattutto come fare a scegliere quella più adatta a noi? Premesso che in linea di massima una sacca più grande permette un maggiore controllo della stabilità del suono, questo non deve essere assolutamente il primo argomento da prendere in considerazione. La comodità nel suonare ha infatti una priorità assoluta, da questo punto di vista, e sicuramente una sacca troppo grande o troppo piccola per voi non vi permetterà mai di suonare con una posizione confortevole. Una cosa che alla lunga potrebbe anche riflettersi negativamente sulla salute delle vostre braccia, del vostro collo e anche della vostra povera schiena. Insomma, non proprio una cosuccia da niente, non vi pare?

Vediamo allora insieme le caratteristiche più importanti che dobbiamo considerare per scegliere la sacca della giusta grandezza. La cosa fondamentale da tenere a mente riguarda la posizione del braccio e della spalla sinistri, che non devono mai alzarsi troppo, raggiungendo una posizione innaturale. A volte capita di vedere piper che suonano con il braccio sinistro in posizione quasi orizzontale, a formare un angolo di circa 45 gradi col busto. Ecco, in quel caso la sacca è decisamente troppo grande, perché obbliga la spalla a un lavoro eccessivo quando invece dovrebbe rimanere ben rilassata, malgrado la presenza dei bordoni, per consentire fluidità al movimento delle dita. Una spalla in tensione, ma anche un avambraccio, difficilmente consentono di suonare rilassati, un requisito fondamentale di ogni buona esecuzione.

Un'altra cosa da tenere presente è la posizione del polso, che deve rimanere libero dalla sacca e lasciare abbastanza spazio alle dita per muoversi agevolmente sul chanter. Un polso a contatto della sacca infatti vuol dire solo una cosa: tra il chanter e il collo della sacca non c'è posto a sufficienza per muovere le dita, soprattutto, naturalmente, il pollice sinistro.

L'equilibrio tra la posizione del braccio e quella del polso dipende da una combinazione di fattori quali l'altezza dell'esecutore, la lunghezza delle sue braccia e la presenza o meno di un po' di "ciccetta", che riduce lo spazio a disposizione per alloggiare la sacca sotto il braccio. A questo proposito, ricordo che il braccio deve circondare la sacca trattenendola ben sotto l'ascella, così da consentire un pieno controllo della pressione; una cosa impossibile da ottenere se la sacca si attesta all'altezza del gomito, come a volte purtroppo capita di vedere.

La difficoltà di trovare il giusto equilibrio tra l'esigenza di avere una sacca capiente per semplificare il controllo dell'aria e le caratteristiche morfologiche di ogni piper è proprio ciò che ha portato alla nascita delle taglie intermedie, dal momento che le misure tradizionali spesso non soddisfano pienamente. Se, per esempio, un piper trova troppo piccola o troppo poco capiente una sacca S e troppo grande una M ecco che interviene l'Extended Small, che solitamente presenta una circonferenza intermedia tra la S e la M ma con una lunghezza uguale se non superiore a quella della M. Una caratteristica che le consente, malgrado la circonferenza inferiore, di avere una capienza d'aria simile a quella di una M, riducendo i problemi di stabilità.

In effetti, l'altezza (e di conseguenza la circonferenza) e la lunghezza della sacca sono proprio i due parametri da tener maggiormente in considerazione quando si sceglie questa componente della cornamusa, e sono anche ciò che distinguono maggiormente le taglie di un produttore da quelle di un altro. Dalla nostra esperienza, fatta la debita eccezione per persone particolarmente basse o alte oppure dotate di braccia sproporzionate all'altezza, una sacca adatta quasi per tutti è la già citata Bannatyne Willie McCallum, che pur avendo un'unica taglia ha la caratteristica di avere un'altezza simile a quella delle sacche M ma con una lunghezza maggiorata, cosa che le consente di avere una capienza appena di poco inferiore rispetto alle sacche L, a tutto vantaggio della stabilità.

Insomma, riassumendo tutto l'articolo in poche parole potremmo dire che parlando di sacche attualmente la scelta migliore è rappresentata dalle ibride, con una misura da sperimentare in base alle caratteristiche fisiche di chi suona. Naturalmente tutto ciò è da intendersi soltanto in base al nostro modesto parere, quindi sentitevi pure liberi di sperimentare opzioni alternative, se la cosa vi fa piacere. Alla fine, è solo provando e riprovando che ci si crea l'esperienza necessaria per diventare buoni piper, altri sistemi non ci sono!

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